Il Palazzo - Affreschi e decorazioni

L'aristocrazia palermitana nel XVIII secolo si concedeva una concorrenziale ostentazione di lusso che rasentava l'esibizione. Se da un lato la vita sociale si esprimeva attraverso feste, galanterie e sfarzi, il contesto architettonico e decorativo in cui ciò avveniva non poteva non tradursi in forme estetiche ridondanti e di ampio respiro, concretizzandosi soprattutto in due forme di notevole duttilità materico-plastica, da un lato, e cromatico-spaziale dall'altro, come lo stucco e l'affresco. E' in questo contesto che nel 1764 il Presidente di Giustizia Giuseppe Asmundo, divenuto proprietario del Palazzo, fece affrescare i saloni del piano nobile dal noto artista Gioacchino Martorana molto richiesto dalla committenza del tempo e noto per aver affrescato anche Palazzo Comitini, Palazzo D’Orleans e Palazzo Reale.

Il pittore, adattando le proprie capacità e le proprie cognizioni tecniche-artistiche alla necessità dell'ambiente ed alle richieste del committente, ripropone gli schemi e le soluzioni cromatiche di una iconografia ampiamente adottata nei diversi palazzi in cui opera, e che adesso si arricchisce di nuove tematiche allegoriche con magniloquenti divinità pagane e figure allegoriche, talora riconducibili al ruolo sociale del marchese di Sessa e alla sua meritoria professione.

Gioacchino Martorana (Palermo 1735-1779) figlio del pittore Pietro dal padre ricevette i primi insegnamenti. Nel 1749 si recò a Roma per un alunnato presso il Conca, indirizzato dal Vasi, discepolo del padre. Fu poi allievo del Benefial, che era Accademico di San Luca, sempre grazie alla segnalazione del Vasi, di cui sposò la figlia Caterina. Nel 1759 ritornò a Roma per rimanervi fino ai primi anni sessanta. Dal 1764 risulta attivo nel capoluogo isolano dove ha commissioni per chiese e palazzi nobiliari. É l'anno in cui firma e data gli affreschi allegorici di Palazzo Asmundo.

Gli affreschi e le decorazioni

Un palazzo nobiliare, unico complesso artistico, viene in genere nella totalità delle parti ideato da un architetto che ne fornisce i disegni non soltanto per lo sviluppo strutturale e compositivo ma, talora coadiuvato da un pittore, talora da uno scultore, anche per la contestuale finitura degli apparati decorativi. I pittori che realizzavano gli affreschi delle volte, seguendo le indicazioni dei committenti, insieme ai loro aiuti, non disdegnavano infatti solitamente di dipingere anche le sovraporte e talora persino le porte; queste venivano in genere inserite in pareti riccamente coperte di tappezzerie e a volte rivestite di legno, magistralmente dorato e finemente intagliato da abili artigiani o dipinto da valenti maestri specializzati. Gli affreschi di Palazzo Asmundo realizzati da Gioacchino Martorana nel 1764 inneggiano alla giustizia terrena e divina, con intento di magnificare il ruolo di presidente di giustizia del committente Giuseppe Asmundo Paternò.

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