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La moda siciliana nel futuro. Lo Spot

A Palazzo Asmundo girato uno spot per la moda con il volto dell'attrice siciliana Barbara Tabita.

14 febbraio 2013

PALERMO. Non rinnega le origini ma, tra il folk ed il pop, la moda siciliana punta ad un’immagine moderna, proiettata nel futuro. È questa l'intenzione manifesta di «Mis Lab», un’idea che nel nome contiene la sua premessa sperimentale di laboratorio del «Made in Sicily», riveduto ed adeguato ai tempi. E, ad un anno circa dalla sua nascita, il contenitore che racchiude le aziende del settore moda dell’Isola, si presenta con il volto dell’attrice siciliana, Barbara Tabita. L’artista, impegnata in teatro e interprete di commedie al fianco di Leonardo Pieraccioni e del duo Ficarra e Picone, è, infatti, la protagonista di uno spot che sarà presentato in anteprima al Mipap di Milano, il prossimo 23 febbraio. Una vetrina internazionale, quindi, la fiera del pret-a-porter, a cui prenderanno parte dodici aziende siciliane con il supporto del Progetto settore moda della Regione, assessorato Attività produttive, per mettere avanti di anni il calendario dell’Isola agli occhi dei tanti operatori mondiali del fashion, abituati alla qualità del classico per farli innamorare del nuovo mood. «È un’idea glamour che ha alla base uno studio antropologico sulla donna siciliana» racconta Barbara Tabita che del mini corto di tre minuti, non è solo il volto ma anche l’art director, ruolo per cui si è formata con un master in Produzione cinematografica e televisiva alla Luiss di Roma. «Siamo partiti – spiega - da una icona come l’Angelica del Gattopardo, per risalire ad un’altra Angelica, quella dei Pupi siciliani. Alla ricerca, a ritroso, di una “paladina”, che portasse i pantaloni, già al suo tempo, svincolata dai dettami sociali e modernissima in ogni era». La realizzazione di “Mis Lab” è stata affidata allo stylist di moda di Augusta, Andrea Amara, che vive e lavora a Milano, con la regia di Giorgio Scola, che ha diretto video musicali per i Casino Royale, i Negrita, e i Sottotono, specializzato nella tecnica fotografica degli scatti in sequenza, 12 frames al secondo, un montaggio di immagini successive che genera un movimento sincopato, fluido e “scattoso” a tratti, mixato a riprese classiche. Il concept racconta della Pupa Barbara-Angelica, che prigioniera nella scatola del puparo, in sua assenza, riesce a spezzare le catene e i fili che la trattengono e a scappare. La metafora di una fuga dal gusto degli altri, inteso come lo stereotipo con cui si guarda alla donna siciliana, che la porta a diventare pupara di se stessa, conquistando un proprio stile. Le riprese mostrano suggestivi scorci di Palermo, lo storico Laboratorio del carretto siciliano di Francesco Bertolino dietro alla Cattedrale, sua prigione, la fontana della Vergogna in piazza Pretoria, dove in modo tattile scopre la sua fisicità di donna ed il ficus secolare di piazza Marina, dove si rifugia e sogna. Gli abiti durante la fuga passano da classici e costrittivi ad attuali e sensuali, con pizzi, trasparenze, bustier, tubini fascianti, drappeggi, borchie, tagli a sbieco, inserti Swarovski e profonde scollature ciò che il prodotto di marketing intende promuovere. La nuova Angelica però torna a specchiarsi all’interno di palazzo dei Normanni, Palazzo Asmundo e dell’Oratorio di San Lorenzo, perché pur rinnovata nello stile, ricerca nel suo riflesso il prestigio del passato. 

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